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25 aprile 2024

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Vulcano 

      

Isola di Vulcano (HIERA') Superficie 22 kmq. Abitanti 657

Per ulteriori informazioni:

Le pendici del Gran Cratere e buona parte dell'isola sono ricoperte da folta macchia, dove prevale la Genista tyrrhena, una ginestra endemica delle Eolie e delle isole Ponziane. Nei giardini della località Piano sopravvive un'altra leguminosa arbustiva, esclusiva dell'arcipelago, il Cytisus aeolicus. Questa pianta era nota come foraggiera già in età greca: le sue qualità vennero infatti descritte da Teofrasto, che la chiama "colitia delle Eolie". Il citiso e altre essenze, in particolare il leccio, costituivano in passato una folta boscaglia estesa su gran parte della superficie dell'isola. II paesaggio di Vulcano si presenta in­fatti oggi drasticamente modificato rispetto al suo antico aspetto, e questo a causa dell'azione dell'uomo che, a partire dal XVIII secolo, ha reso l'iso­la coltivabile e pascolata. Piccole macchie di leccio, tuttavia, sopravvivono ancora in diverse località del Piano e della parte meridionale, lungo la rotabile per il Gelso. Anche la fauna annovera alcuni endemismi: il più "frequente" incontro nelle serate estive, attorno alle luci artificiali, è quello con un piccolo maggiolino dall'aspetto sericeo, l'Anoxia moltonii, chiamato dagli isolani "papaleo". La larva può vivere anche diversi anni nel terreno, dove si nutre di radici e sostanze vegetali; gli adulti volano invece per pochi mesi, riunendosi in rumorosi sciami, al tramonto, per la riproduzione.

   

Cenni storici

Vulcano veniva chiamata dai greci "l'isola di fuoco" dove gli Dei fabbricavano le armi degli eroi. In tempi più  recenti, il Campis riferiva che dall'isola si ricavavano notevoli quantità  di legname, di allume e di zolfo. Lo sfruttamento minerario, iniziato nel periodo dei romani, continuò  fino all'epoca dei Borboni. Dopo la caduta di questa dinastia, nel 1860, la parte settentrionale dell'isola fu acquistata dal britannico Stevenson, che vi costruì una villa, riattivò  le miniere e piantò  i primi vigneti. Fece costruire una mulattiera che si spingeva dentro la voragine del cratere, dove vennero fabbricati ricoveri in muratura per gli operai. Nel 1888, l'ultima eruzione del vulcano convinse Stevenson ad andarsene e a vendere tutto. Gli abitanti delle zone di Gelso e Piano, contadini e pastori, furono gli ultimi rimasti e i soli a formare la popolazione dell'isola. L'avvio di una rudimentale agricoltura, sopratutto basata sulla vite, riattivò  l'interesse per la bellissima isola, che è  oggi una delle mete preferite dai turisti nell'arcipelago eoliano.

Escursioni via terra   Vulcanello è una penisoletta alta 123 metri e sorta in seguito ad un' eruzione vulcanica sottomarina. Su questo promontorio la vegetazione è varia e, nella parte nord, si trova la Valle dei Mostri, che prende il nome dalle particolari forme della roccia lavica situata in mezzo alla sabbia nera, modellata nel tempo dagli agenti atmosferici. Sabbie nere, la spiaggia più frequentata dell' isola, si trova nel porto naturale di Ponente ed è caratteristica per la finissima sabbia nera di origine vulcanica. Con una passeggiata di circa 2 Km, si raggiunge la contrada di Lentia, posta nella parte nord occidentale dell' isola, dalla quale si possono ammirare l' Etna e le isole dell' arcipelago. Dall' inizio della strada che porta al piano si diparte un sentiero che si arrampica fino ai bordi del cratere. Vulcano Piano si trova nella parte alta dell' isola, a circa 7 Km dal Porto di Levante. Percorrendo un sentiero in direzione nord, si raggiunge Capo Grillo dal quale, nelle giornate limpide, si ammirano le isole vicine, la chiesa dei S. Angeli custodi, costruita negli anni trenta, e le ````Grotte Ferlazzo" dove da oltre dieci anni si celebra il presepe vivente. Infine, seguendo la strada che dal piano raggiunge il versante sud dell' isola, si arriva al piccolo borgo di Gelso, caratteristico per il suo faro e per la spiaggia.

Trekking  ALLA FOSSA DELLA FUCINA: La fucina degli Dei si raggiunge abbastanza agevolmente. Una volta arrivati sulla cima del vulcano, si è sopraffatti dall' odore acre dei gas sulfurei; numerose, infatti, sono le fumarole e le zolfatare. Il paesaggio, come lunare, presenta ancora le tracce delle ultime eruzioni vulcaniche. Lungo la discesa si consiglia la sosta alla pozza dei fanghi.

Escursioni via mare Si inizia il giro partendo dal Porto di Levante, caratteristico per le sue fumarole e per le sorgenti termali. Facendo rotta in direzione nord-ovest si aggira la penisoletta di Vulcanello; superato il canale che separa Lipari da Vulcano e continuando a costeggiare l'isola verso sud, si raggiunge la Grotta del Cavallo, al cui interno il riverbero dei raggi solari crea fantastici giochi di luce e di colori. Proseguendo nell' itinerario, si giunge al faro, in località Gelso, e si prosegue facendo ritorno al porto di Levante.

Itinerari subacquei  

La Franata dell'Arcipelago   Si inizia la discesa nel tratto di costa che divide due alberghi costruiti sulla costa. Il fondale scende molto gradualmente per diverse decine di metri, formando un ampio pianoro tra i 3 e i 10 metri, coperto da un' alternanza di piccoli scogli e ampie chiazze di posidonia. Spostandosi allora verso Lipari, si segue una direzione perpendicolare alla costa, fino ad individuare l' inizio di una discesa piuttosto ripida. I primi metri, tra i 10 e i 20, sono caratterizzati dalla presenza di una franata di piccoli sassi. Superato questo tratto, fino ad attestarsi tra i 35 e i 45 metri di profondità, le dimensioni dei massi che compongono la franata aumentando decisamente rendendo il fondale molto più spettacolare.

La Parete della Sirenetta   Scendere lungo le pendici di un cono vulcanico attivo non è una esperienza che capita tutti i giorni. Il punto d' inizio è il porto di Vulcano: costeggiando l' isola per diverse centinaia di metri, ad un certo punto appare un grande scoglio, sormontando dalla statua di una sirena che emerge a poca distanza dalla costa. Ci si trova su una piattaforma rocciosa che cede improvvisamente il posto ad una vertiginosa parete; a pochi metri dal ciglio, il fondale inizia a degradare rapidamente. I possenti bastioni di lava nera cadono decisi verso la sabbia che a sua volta prosegue verso gli abissi, seguendo una pendenza elevatissima: ad una quindicina di metri di profondità vale la pena di fare tutto il giro dello scoglio della Sirenetta, caratterizzato da grandi massi appoggiati sul fondo. In alcuni tratti la sabbia è giallo-rossastra; si notano anche emissioni gassose e acqua calda che risale dal fondale. Seguendo il limite tra le rocce della costa e l' inizio del pianoforo, si notano alcune cavità.

Capo Grosso   Capo Grosso è una bizzarra struttura rocciosa che si allunga verso il mare aperto come se fosse una fortificazione costruita per ostacolare le onde provenienti da sud. La parete è infatti assolutamente verticale in ogni suo punto e non presenta mai tratti pianeggianti sui quali trovare un appoggio. La discesa verso i fondali più alti è repentina. La cosa più suggestiva di questa immersione è una specie di rampa incisa nella roccia della parete completamente coperta di Astroides.

Lo scoglio Quaglietto   La cala che si apre tra Capo Testa Grossa e lo Scoglio del Quaglietto è di sicuro una delle più belle di tutto l' arcipelago. Si scoprono delle bellissime piscine naturali dall' acqua cristallina del colore dello smeraldo: il luogo è noto come il "bagno delle Vergini". Alla fine della cala si apre un' ampia grotta, in cui è possibile entrare con la barca, chiamata Grotta del Cavallo. Al centro della spelonca, poggiata sul fondo sabbioso, si erge una statua raffigurante una Madonna, posata su un Circolo Subacqueo. Alla fine della cavità si incontra un fittissimo branco di gamberi rossi.

Capo Testa Grossa   Osservando Capo Testa Grossa dal mare, noteremo che si tratta di una propaggine massiccia che termina con una parete piuttosto allungata, che scende nel mare con un andamento nord-sud. Da qui si scende in acqua nella cala a nord del capo, in prossimità delle rocce. All' interno della cala, infatti, la roccia cade a picco formando una parete verticale molto concrezionata dove si trovano bellissime colonie di spugne. A livello della punta vera e propria ci si troverà in un ambiente davvero suggestivo: la parete scende in acqua verticalmente ma è molto articolata. Le rocce sono frastagliate in picchi, canali e rientranze. Questa imponente morfologia continua per diversi metri, fino a profondità piuttosto elevate, superiori ai 50 metri.

   

GEOLOGIA DELL'ISOLA DI VULCANO

Vulcano è  l'unica isola dell'arco Eoliano che, assieme all'isola di Stromboli, presenta attività  vulcanica attuale. Il Vulcanismo dell'isola ha avuto inizio durante il Pleistocene Superiore, dando luogo alla formazione dello strato-vulcano centrale di "Vulcano primordiale". Il primo ciclo di attività  si concludeva con il collasso della Caldera del Piano, parzialmente colmata dai prodotti di un'intensa attività  infracalderica.

La formazione degli ammassi lavici riolitici ed alcali-riolitici che costituiscono i M.ti Lentia aveva luogo successivamente, verso la fine Pleistocene. La formazione della caldera che ospita il cono attivo della Fossa di Vulcano, è  da attribuirsi all'inizio dell'Olocene. L'evoluzione magmatologica della Fossa è  caratterizzata dalla successione tefriti a leucide-trachiti potassiche; termini riolitici si rinvengono tra i prodotti di età  storica. Ad un'attività  vulcanica di attività  storica (183 a.C.-1550 d.C.) è  da attribuire la formazione della penisola di Vulcanello, costituita da tefriti a leucite e trachiti potassiche, in una sequenza evolutiva simile a quella della Fossa. Sulla base delle evidenze petrochimiche viene suggerita un'origine profonda dei magmi primari di Vulcano, che si sarebbero prodotti per fusione parziale del mantello, al di sopra della zona di subduzione, con probabili apporti da parte dello "slab" subdotto.

L'attività  eruttiva di Vulcano rappresenta uno stadio tardivo nella dinamica dell'arco Eoliano e come tale differisce chiaramente da quella che ha prodotto la serie calco-alcaline delle isole più  antiche. La sismicità  attuale, con profondità  focali comprese tra 200 e 350 km nell'area dell'arco, presenta una significativa correlazione con il carattere potassico dei vulcani attivi di quest'area.

FANGHI DI VULCANO

La "Pozza" termale situata a pochi passi dal Porto nell'isola di Vulcano è  alimentata, ininterrottamente, da innumerevoli bolle dalle quali fuoriescono vapori sulfurei, acqua salmastra e fango argilloso ad altissimo contenuto di zolfo. Queste sono le tre componenti fondamentali del bagno e chiariscono, come sia praticamente impossibile lo sviluppo di eventuali forme patogene.

Seguendo le ultime indicazioni sulle cure termali, che vogliono che tutte le stazioni abbiano una loro specializzazione, per evitare errori fatti in passato quando ad alcune venivano attribuite qualità  miracolose per molte affezioni, la sorgente termale di Vulcano può  essere senza dubbio utile a tre grandi gruppi di patologie:

  1. -AFFEZIONI ARTICOLARI

  2. -AFFEZIONI DERMATOLOGICHE

  3. -AFFEZIONI DELLE VIE AEREE

DA VISITARE:
Centrale solare, pozza termale, acque calde, spiaggia di ponente, Valle dei Mostri

ESCURSIONI:
Vulcano Piano, verdeggiante borgo montano, Scalata al cratere grande (m.386), Gelso, pittoresco e tranquillo approdo, Capo Grillo, Vulcanello

DA NON PERDERE:
Giro dell'isola in barca con soste alle Grotte del Cavallo con la vicina piscina di Venere, Gelso. Le grotte dell'Allume nella zona del porto

      

NOTIZIE UTILI:

  • Informazioni Vulcano Porto 090.9852028

  • Guardia medica: Via Lentia 090.9852220

  • Farmacia (Vulcano porto) 090.9853148

  • Aliscafi Snav 090.9852230

  • Aliscafi e navi Siremar 090.9852149

  • Traghetti NGI 090.9852401

  • Gruppo Naz. Vulcanologia 090.9852528

LEGENDA: 1-Porto di Levante 2-Porto di Ponente 3-Vulcanello 4-Gran Cratere 5-Grotta del Cavallo 6-Vulcano Piano 7-Gelso

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Nr.869 del 17 Giugno 1996
Dir.Resp.: Matteo Salin
 


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