Opinioni
EOLIE: UN EURO D'INGRESSO PER USUFRUIRE DEI DISSERVIZI
Turista eoliano? Allora preparati
a pagare una tassa.
Viene chiamato "ticket d'ingresso" ma - anche se le
è stato cambiato il nome dall'attuale amministrazione liparese
di centro-destra - in sostanza è la stessa "eco-tassa"
che venne in mente al precedente sindaco di centro-sinistra,
idea poi mai attuata ma proposta nella speranza di poter sanare
i bilanci dell'amministrazione comunale facendo pagare un tot
ai non residenti. Questa tassa diretta è frutto di una mentalità
bizzarra ed esclusivamente fiscalista borbonica, perché concepita
sull'esserci, cioè sulla rendita di posizione, a disprezzo della
dinamicità del dare/avere, basata sui consumi dei visitatori
e sull'inevitabile ricaduta fiscale positiva di questi consumi,
oltreché dei maggiori guadagni per gli operatori commerciali
e non solo. Una tassa che praticamente porta al numero chiuso,
reintroduce il tipico balzello medievale per il transito nella
proprietà del signorotto. Questa tassa o ticket che sia se non
specificatamente indirizzata e vincolata verso la creazione
di servizi (vorrei sapere quali) potrebbe servire solo a far
entrare un balzello in più in casse comunali incapaci di gestire
o di triturare tutto nella propria burocrazia. Anche coloro
che quotidianamente arrivano alle Eolie dalla Calabria e dalla
Sicilia per ripartire in giornata, oltre a pagare un biglietto
maggiorato, rispetto ai residenti, al vettore marittimo, avranno
un ulteriore aggravio di spese da sostenere.
Ci vorrebbero investimenti regionali, invece, per informazioni
sul buon comportamento del visitatore, e soprattutto servizi
e strutture (come gabinetti pubblici e fontanelle di acqua potabile)
in grado di accogliere, favorire e invogliare quella "massa"
al rispetto di cui parla il sindaco di Lipari, facendola sentire
amica e partecipe dei servizi dell'amministrazione. Questa decisione,
forse scaturita da un black-out filologico, porterà inevitabilmente
ad una diminuzione del turismo, con un danno economico ad alcuni
settori dell'economia eoliana fino alla pubblica amministrazione,
che incamererà meno tasse da minori guadagni. L'attore principale
di tutto questo è il consumatore finale, che, con la forza economica
che ha, può essere causa di una stagione che va male o bene.
Per incrementare le entrate comunali, sarebbe opportuno fare
un censimento sugli affittacamere clandestini che d'estate offrono
un posto letto, soprattutto a Lipari, al prezzo giornaliero
di 50 euro eludendo il fisco. Questo controllo non viene sollecitato
perché si verrebbe a perdere consenso elettorale, allora meglio
far pagare le "masse volgari" sudate e brulicanti
di bimbi esausti perché tanto essi non votano.
E poi ancora: come ha fatto il sindaco a stabilire che d'estate
transitano da cento a centocinquantamila visitatori al giorno
(intervista del 5 luglio su "La Sicilia")? Forse i
turisti di massa sono stati scambiati per le zecche o le zanzare
o addirittura con le mosche bianche che infestano Filicudi d'estate?
Perché non sostituire invece il canone turistico con una lotteria
turistica che darebbe maggiori frutti e farebbe meno danno?
Chi è questa ciurma di consiglieri che coadiuvano Mariano Bruno,
inducendolo a dichiarare che il Nord magnetico e il Nord bussola
sono la stessa cosa?
Non è forse vero che i "turisti per caso" pagano 25
euro per scalare lo Stromboli senza avere alcuna ricevuta fiscale,
ed in assenza di un minimo di garanzia da parte di pseudo-guide?
Non è altrettanto vero che nell'isola di Filicudi, non essendoci
nessun distributore di carburante, "cinque famiglie"
si dividono il monopolio incassando quasi 3 euro per un litro
di benzina?
Non è accertato poi che in tutto l'arcipelago esiste una miriade
di faccendieri e loschi individui che eludono qualsiasi forma
di legalità fiscale e tributaria improvvisandosi appaltatori
e agenti immobiliari a danno di quegli onesti che rimangano
necessariamente emarginati.
Questo sommerso deve emergere per essere regolamentato in modo
da rimpinguare le casse comunali. Le Eolie, a parte Panarea
che è stata colonizzata dai lombardi facendone la seconda Porto
Cervo del Mediterraneo, sono nate e si sono sviluppate, come
turismo di massa con una ristretta élite culturale che ha amato
e amerà sempre queste isole, con caratteristiche diverse l'una
dall'altra.
Ivan Bertuccio
L'Altra Sicilia
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