venerdì 6 giugno 2008

Beffa Ici per precari e agricoltori. Eliminati anche i fondi per le aree marine(Eolie comprese)

(DA LA REPUBBLICA/PALERMO.IT)
Gli italiani che finalmente si sono scrollati di dosso l´imposta sulla casa, dovranno ringraziare soprattutto i siciliani. Lo dicono i numeri. Per compensare il gettino mancante, che ammonta a 2,5 miliardi di euro, il governo nazionale ha deciso di utilizzare 864 milioni di fondi stanziati in precedenza per l´Isola. A conti fatti, è un terzo del budget necessario ad abolire l´Ici.Ma questo vale solo per l´anno in corso perché, per mantenere l´abolizione dell´imposta anche nel 2009, serviranno altri 2,5 miliardi di euro. Così, verranno utilizzati ulteriori 960 milioni di fondi siciliani per nuove infrastrutture che erano stati ripartiti in annualità differenti. Il prelievo complessivo dai fondi regionali ammonta così a oltre 1,8 miliardi di euro.Fin qui le cifre nude e crude. Ma in che modo la Sicilia verrà concretamente penalizzata? E chi subirà maggiormente gli effetti del decreto taglia Ici? Di sicuro vivono giorni di grande preoccupazione i 3.200 precari che il Comune di Palermo avrebbe dovuto stabilizzare: i 55 milioni necessari, già stanziati in Finanziaria, sono stati infatti dirottati nel decreto per l´abolizione dell´imposta sulla casa. Gli lsu minacciano battaglia e domani sfileranno ancora per la città.Il decreto ha portato via pure i soldi per la mobilità: 940 milioni di fondi ex Fintecna (da dividere in tre annualità) e 700 milioni di somme destinate alla viabilità secondaria (da spendere in due anni). Bisognerà rinunciare, dunque, alla metropolitane di Palermo e Messina (250 milioni ciascuna), alla Circumetnea, alla statale Agrigento-Caltanissetta. E bisognerà rinviare a data da destinarsi l´ammodernamento delle strade comunali e provinciali.Dal fondo destinato agli investimenti immobiliari per gli enti previdenziali sono stati prelevati, sempre per abolire l´Ici, 78 milioni precedentemente assegnati a Enna per la realizzazione del campus universitario. Anche l´agricoltura siciliana ha pagato il suo prezzo. Esattamente 50 milioni che erano stati stanziati in favore dei viticultori danneggiati dalla peronospora. Il problema ha colpito soprattutto la provincia di Trapani ed è lì che da giorni monta la protesta.
Ma spulciando l´elenco dei finanziamenti eliminati o ridotti per bilanciare il mancato gettito dell´Ici, si scoprono altre decurtazioni «siciliane». Le isole minori della regione dovranno rinunciare a 5 milioni di euro, cioè alla quota del fondo nazionale di 20 milioni che è stato cancellato. I sindaci, che ieri si sono riuniti a Palermo, parlano di porti e di strade che non sarà possibile potenziare e minacciano di consegnare per protesta le fasce tricolore ai prefetti. Eliminati anche i fondi per le aree marine (2 milioni di euro) sui quali confidavano soprattutto le Eolie.E non sarà creato nemmeno il bosco di Gela, opera garantita da 3 milioni di euro del fondo per la forestazione, che adesso non esiste più. I tagli al budget per le autostrade del mare costeranno alla Sicilia 2 milioni di euro, altrettanti il ridimensionamento del piano per la banda larga e un milione per le reti digitali. Ce n´è pure per l´apicoltura alla quale verranno meno 2 milioni. Anche la sanità non è rimasta immune dall´operazione "addio Ici": è stato infatti tagliato il «fondo transitorio per le regioni con elevato disavanzo» sanitario: 14 milioni complessivi, quattro dei quali destinati all´amministrazione siciliana.«L´Isola sta pagando un prezzo pesantissimo, è inaccettabile», dice l´ex viceministro per lo Sviluppo economico, Sergio D´Antoni. «Il taglio dei fondi è una grave offesa ai siciliani», afferma Saverio Romano (Udc), mentre secondo Tonino Russo (Pd) «il governo è guidato e condizionato pesantemente dalla Lega». Il sottosegretario all´Economia, Nicola Cosentino, definisce il taglio dei fondi «solo un prestito». Ma i soldi, per ora, non ci sono più «e se dovessero riapparire - chiosa D´Antoni - per tutte le opere cancellate bisognerebbe far ripartire le procedure da zero».