lunedì 7 aprile 2008

Lo SNAMI plaude alle nuove postazioni dell'emergenza/urgenza

Lo SNAMI(sindacato nazionale autonomo dei medici italiani) plaude alla prossima apertura di postazioni di emergenza-urgenza nelle isole di Filicudi, Vulcano, Panarea e Stromboli così come deciso nel corso dell’incontro tenutosi alla Prefettura di Messina nel quale sono state mostrate al prefetto Francesco Alecci alcune foto”dal vivo” sulle gravi pecche inerenti il soccorso in queste isole, soprattutto riguardanti il trasporto degli ammalati. Queste postazioni- si apprende- saranno costituite da ambulanze con relativo personale in supporto alla Continuità assistenziale che continuerà ad operare nelle isole. Non è prevista quindi- come evidenzia lo SNAMI- l’apertura di sedi di 118 a parte quelle già presenti. L’importante iniziativa messa in atto dal prefetto Alecci nasce anche dall’intervento tenuto al congresso nazionale dal dottor Gaetano Nocita, responsabile SNAMI regionale per le isole minori, che nel contesto della relazione dal titolo “La medicina territoriale nelle isole minori” ha denunciato tutte le problematiche che i medici di continuità assistenziale (ex guardia medica) incontrano nel loro lavoro. Dalla relazione è emerso che nel 2007 gli otto presidi di continuità assistenziali isolane hanno effettuato 37.195 visite contro le 24.659 del 2006, di cui 602 interventi di 118-Emergenza, 2563 interventi si piccola chirurgia e medicazioni varie, 9.606 prescrizioni su ricette. In più nel contesto del servizio di telemedicina sono stati eseguiti più di 4.000 elettrocardiogrammi. “I medici di continuità assistenziale isolani- ci ha dichiarato il dottor Gaetano Nocita- auspicano che anche a loro venga riconosciuta la “zona disagiatissima” in modo da colmare la situazione di vuoto contrattuale che è attualmente presente. Ed è in questa ottica che lo SNAMI ha voluto creare il Dipartimento per le isole minori siciliane e si sta impegnando per il riconoscimento dei diritti di professionisti che come medici svolgono un ruolo impegnativo e che spesso scontano pregiudizi dovuti alla scarsa conoscenza che si ha delle problematiche proprie di chi opera in situazioni di vero disagio”. Salvatore Sarpi